MC Magazine
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Il Jazz a Milano nel 2020

Intervista a Mauro Mengotto

Quando hai iniziato a studiare musica e in quale fase dei tuoi studi ti sei appassionato al Jazz?

Ho iniziato a suonare jazz a 12 anni senza nessuna guida. Ero decisamente molto affascinato da mio zio batterista che suonava jazz e gospel. Mentre a studiare musica ho iniziato con la chitarra a 8 anni, alle lezioni di batteria sono passato quando ho iniziato le superiori.
La passione per la buona musica è arrivata subito, ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui si ascoltava di tutto, dalla musica classica al progressive rock e jazz.
Il jazz ha rubato tutta la mia attenzione appena ho iniziato a studiare lo strumento.

Mauro Mengotto in concerto con La Petite Orchestre

Hai avuto difficoltà a trovare il tuo spazio nell’ambito Jazz a Milano? Se sì quale tipo di difficoltà?

Per trovare spazio nel jazz milanese è necessario sicuramente avere perseveranza nello studio e caparbietà.

Personalmente sono dell’idea che se il livello di preparazione è molto alto sia impossibile non lavorare, per questo non ho mai smesso di studiare (e non smetterò fintanto che avrò intenzione di fare questo lavoro!).

Secondo il tuo parere quello del Jazz è un universo in evoluzione?

Assolutamente sì! Il jazz si evolve di anno in anno da quando è nato: il jazz degli anni ’20 è totalmente diverso da quello di oggi che ha in qualche modo subito la contaminazione della musica moderna (rock, pop, funk e tanto altro).
Io sono specializzato nel jazz più classico.

Cosa consigli a chi si affaccia nel mondo del Jazz per ottenere un percorso che possa dare soddisfazione?

Studiare, studiare, studiare!
A parte questa saggezza… Sarà banale dirlo ma il consiglio principale per chi si affaccia a questo mondo è quello di non seguire le mode del momento, il jazz moderno è frutto di una lunga evoluzione e partire da quello può essere fuorviante.
Studiare bene la tradizione (anche se non si ha una passione sfrenata per il jazz classico) permette di suonare al meglio anche il jazz moderno.

Qual è stata l’esperienza più bella che hai potuto vivere grazie al Jazz?

La prima cosa che mi viene in mente è sicuramente il viaggio a New York. Tre mesi intensivi passati a studiare, suonare e registrare, incontrando i grandi nomi del jazz internazionale. Anche questo consiglio a tutti gli appassionati di jazz e di musica: un’esperienza intensiva di studio e pratica dello strumento. Il nostro campus musicale è un’ottima occasione per provare di cosa si tratta. Si torna a casa con un metodo di studio più strutturato e produttivo. E ovviamente più ricchi a livello personale.

Mauro Mengotto e Alfredo Ferrario in un concerto del Mauro Mengotto - Trio
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Il Jazz a Milano nel 2020

Intervista a Mauro Mengotto

Quando hai iniziato a studiare musica e in quale fase dei tuoi studi ti sei appassionato al Jazz?

Ho iniziato a suonare jazz a 12 anni senza nessuna guida. Ero decisamente molto affascinato da mio zio batterista che suonava jazz e gospel. Mentre a studiare musica ho iniziato con la chitarra a 8 anni, alle lezioni di batteria sono passato quando ho iniziato le superiori.
La passione per la buona musica è arrivata subito, ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia in cui si ascoltava di tutto, dalla musica classica al progressive rock e jazz.
Il jazz ha rubato tutta la mia attenzione appena ho iniziato a studiare lo strumento.

Mauro Mengotto in concerto con La Petite Orchestre

Hai avuto difficoltà a trovare il tuo spazio nell’ambito Jazz a Milano? Se sì quale tipo di difficoltà?

Per trovare spazio nel jazz milanese è necessario sicuramente avere perseveranza nello studio e caparbietà.
Personalmente sono dell’idea che se il livello di preparazione è molto alto sia impossibile non lavorare, per questo non ho mai smesso di studiare (e non smetterò fintanto che avrò intenzione di fare questo lavoro!).

Secondo il tuo parere quello del Jazz è un universo in evoluzione?

Assolutamente sì! Il jazz si evolve di anno in anno da quando è nato: il jazz degli anni ’20 è totalmente diverso da quello di oggi che ha in qualche modo subito la contaminazione della musica moderna (rock, pop, funk e tanto altro).
Io sono specializzato nel jazz più classico.

A quale punto della tua carriera hai sentito l’esigenza di registrare un tuo album?

Quella di registrare un mio disco è stata un’esigenza creativa e credo sia quello che accade a tutti i musicisti prima o poi: dopo tanti concerti da side man ho voluto mettere in gioco le scelte artistiche che più desideravo nello stile che mi rispecchia di più.

Cosa consigli a chi si affaccia nel mondo del Jazz per ottenere un percorso che possa dare soddisfazione?

Studiare, studiare, studiare!
A parte questa saggezza… Sarà banale dirlo ma il consiglio principale per chi si affaccia a questo mondo è quello di non seguire le mode del momento, il jazz moderno è frutto di una lunga evoluzione e partire da quello può essere fuorviante.
Studiare bene la tradizione (anche se non si ha una passione sfrenata per il jazz classico) permette di suonare al meglio anche il jazz moderno.

Qual è stata l’esperienza più bella che hai potuto vivere grazie al Jazz?

La prima cosa che mi viene in mente è sicuramente il viaggio a New York. Tre mesi intensivi passati a studiare, suonare e registrare, incontrando i grandi nomi del jazz internazionale. Anche questo consiglio a tutti gli appassionati di jazz e di musica: un’esperienza intensiva di studio e pratica dello strumento. Il nostro campus musicale è un’ottima occasione per provare di cosa si tratta. Si torna a casa con un metodo di studio più strutturato e produttivo. E ovviamente più ricchi a livello personale.

Mauro Mengotto e Alfredo Ferrario in un concerto del Mauro Mengotto - Trio
Mauro Mengotto - Corso Batteria Milano

Mauro Mengotto
Insegnante di Batteria

Il suo percorso musicale inizia all’età di 10 anni con la chitarra classica. Qualche tempo dopo però si appassiona anche alla batteria, cominciando a suonarla da autodidatta.
Il suo interesse per la batteria crescerà negli anni e lo spingerà ad intraprendere un percorso didattico strutturato, sotto la guida di eccellenti maestri. Si iscrive all’Accademia del Suono di Milano, dove vince una borsa di studio come allievo più meritevole e si diploma col maestro Max Furian. Successivamente si specializza in musica jazz sotto la guida del maestro Stefano Bagnoli.
Durante i suoi studi cresce in particolare la sua passione per il jazz e la sua dedizione lo porta a vincere borse di studio per seminari jazz estivi di livello nazionale.
Prosegue gli studi presso il Conservatorio Nicolin di Piacenza, dove ha lìoccasione di collaborare col Maestro di Pianoforte jazz Umberto Petrin e con Riccardo Fioravanti.
Durante il suo percorso frequenta diverse clinics e seminari con musicisti del calibro di Dave Weckl, Jojo Mayer, Horacio “el Negro” Hernandez, Christian Meyer, Paolo Fresu e e Dado Moroni.

Mauro Mengotto - Corso Batteria Milano

Mauro Mengotto
Insegnante di Batteria

Il suo percorso musicale inizia all’età di 10 anni con la chitarra classica. Qualche tempo dopo però si appassiona anche alla batteria, cominciando a suonarla da autodidatta.
Il suo interesse per la batteria crescerà negli anni e lo spingerà ad intraprendere un percorso didattico strutturato, sotto la guida di eccellenti maestri. Si iscrive all’Accademia del Suono di Milano, dove vince una borsa di studio come allievo più meritevole e si diploma col maestro Max Furian. Successivamente si specializza in musica jazz sotto la guida del maestro Stefano Bagnoli.
Durante i suoi studi cresce in particolare la sua passione per il jazz e la sua dedizione lo porta a vincere borse di studio per seminari jazz estivi di livello nazionale.
Prosegue gli studi presso il Conservatorio Nicolin di Piacenza, dove ha lìoccasione di collaborare col Maestro di Pianoforte jazz Umberto Petrin e con Riccardo Fioravanti.
Durante il suo percorso frequenta diverse clinics e seminari con musicisti del calibro di Dave Weckl, Jojo Mayer, Horacio “el Negro” Hernandez, Christian Meyer, Paolo Fresu e e Dado Moroni.