MC Magazine
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CAMPUS 2021: Diario di Bordo (Prima Parte)

Articolo di Antonio Ignoto

Tra la sicurezza che nasce dal credere nel nostro lavoro e la presunzione di affermare che “andrà sicuramente bene” c’è la consapevolezza che, per quanto ci si possa impegnare nel pianificare, organizzare, controllare, non si può sapere come effettivamente andrà. Quando però abbiamo visto le nostre caselle di posta riempirsi improvvisamente di mail, quando i telefoni hanno iniziato a squillare dalle otto del mattino e quando le iscrizioni da cinquanta sono passate a centocinquanta e poi duecento, è arrivata la certezza: quest’anno sarà diverso.

E’ una sensazione strana. Parliamo del campus tutto l’anno, scriviamo articoli, giriamo video, comunichiamo informazioni ma quando arriviamo qui, qualche giorno prima, tutto si materializza in pochissimi istanti, a cominciare dall’arrivo degli allievi. Quanto sarebbe bello se quei visi intimiditi, scrutatori attenti dei loro compagni che non conoscono ancora, potessero viaggiare nel futuro prossimo della loro settimana. Dalla prima sera li abbiamo visti condividere la vita come se fossero amici da sempre

Dove succede tutto questo? In Auditorium. Accade di fronte ai loro strumenti, al pianoforte, ai microfoni. La sera, dopo cena, vanno tutti a suonare. Nonostante le sei ore di lezioni durante il giorno. Forse è questo il lato più rivelatore del campus: non si stancano mai di fare musica. 

Anche la notte nelle camere, momento in cui entrano in scena Sabrina ed Elisa, che come due giovani Ursule rubano le voci di tutti per tentare di conciliare quantomeno il sonno. 

Alle 22:00 a nanna e il giorno dopo, intorno alle 7.30, a colazione (mentre loro sono già al telefono da chissà quanto) riconsegnano il talento a tutti per cominciare al meglio la giornata. 

I ragazzi, accompagnati dagli insegnanti, vanno a lezione fino all’ora di pranzo. Dopo pranzo ricominciano le lezioni e, terminate le sessioni di studio pomeridiane, tutti in pista verso una lista infinita di cose da fare: il lago Smeraldo, meta storica di Fondo;  il parco avventura, in cui anche gli insegnanti danno il meglio di loro, calandosi dagli alberi e regalando scatti e clip che serviranno per far precipitare del tutto la loro autorità durante l’anno; campi da calcio, campi da basket e pallavolo, i Laghetti dei Masi di Ruffrè, grande novità di quest’anno insieme alla piscina di Ronzone

Li vediamo giocare, divertirsi, riposarsi, girare storie per i loro social, li vediamo fare amicizia, instaurare tra loro un rapporto profondo, che ricorderanno per sempre.

Hanno quattordici, quindici, sedici anni. Stanno veramente conoscendo il mondo, e lo fanno tra un tuffo ed un riff di chitarra. I più piccoli sono sempre insieme ai nostri tutor, che li sorvegliano come falchi. Gli allievi con qualche anno in più li vediamo godersi una meritata settimana di relax dopo un’anno di impegni, dedicandosi con passione al loro percorso di studi musicali in attesa dell’esibizione al concerto finale.

Il concerto finale: quello è l’unico momento in cui, stranamente, sono tutti un po’ più mansueti, per non dire terrorizzati. 

Anche per noi è estremamente emozionante: durante tutta la settimana lavoriamo agli arrangiamenti, guidati da Lorenzo Nanni, alle scelte migliori che incontrino il loro gusto, le loro possibilità e per dare loro la più efficace formazione possibile. 

Passa. Tutto passa al termine dell’esibizione. Il pubblico, sempre attento disciplinato e caloroso, con quegli applausi lascia il posto alla consapevolezza che la settimana è terminata. 

Quest’anno ci sentiamo di dire che è stata più dura degli anni passati. 

Forse per il lungo periodo di buio sociale che abbiamo vissuto o forse perché abbiamo sentito di più il desiderio di superare le aspettative, perché ogni anno cerchiamo di perfezionarci, di migliorarci, potenziare il percorso, dare di più, forse per tutte queste cose insieme, in queste due prime settimane sono scese più lacrime del previsto. 

Alcuni non ce l’hanno fatta ad andare via: sono rimasti ancora, hanno deciso di prolungare il loro campus. E’ questa la conferma che cerchiamo. Sta andando bene.

Oggi il sole splende e abbiamo già superato la metà di questo bellissimo viaggio insieme.

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CAMPUS 2021: Diario di Bordo (Prima Parte)

Articolo di Antonio Ignoto

Tra la sicurezza che nasce dal credere nel nostro lavoro e la presunzione di affermare che “andrà sicuramente bene” c’è la consapevolezza che, per quanto ci si possa impegnare nel pianificare, organizzare, controllare, non si può sapere come effettivamente andrà. Quando però abbiamo visto le nostre caselle di posta riempirsi improvvisamente di mail, quando i telefoni hanno iniziato a squillare dalle otto del mattino e quando le iscrizioni da cinquanta sono passate a centocinquanta e poi duecento, è arrivata la certezza: quest’anno sarà diverso.

E’ una sensazione strana. Parliamo del campus tutto l’anno, scriviamo articoli, giriamo video, comunichiamo informazioni ma quando arriviamo qui, qualche giorno prima, tutto si materializza in pochissimi istanti, a cominciare dall’arrivo degli allievi. Quanto sarebbe bello se quei visi intimiditi, scrutatori attenti dei loro compagni che non conoscono ancora, potessero viaggiare nel futuro prossimo della loro settimana. Dalla prima sera li abbiamo visti condividere la vita come se fossero amici da sempre

Dove succede tutto questo? In Auditorium. Accade di fronte ai loro strumenti, al pianoforte, ai microfoni. La sera, dopo cena, vanno tutti a suonare. Nonostante le sei ore di lezioni durante il giorno. Forse è questo il lato più rivelatore del campus: non si stancano mai di fare musica. 

Anche la notte nelle camere, momento in cui entrano in scena Sabrina ed Elisa, che come due giovani Ursule rubano le voci di tutti per tentare di conciliare quantomeno il sonno. 

Alle 22:00 a nanna e il giorno dopo, intorno alle 7.30, a colazione (mentre loro sono già al telefono da chissà quanto) riconsegnano il talento a tutti per cominciare al meglio la giornata. 

I ragazzi, accompagnati dagli insegnanti, vanno a lezione fino all’ora di pranzo. Dopo pranzo ricominciano le lezioni e, terminate le sessioni di studio pomeridiane, tutti in pista verso una lista infinita di cose da fare: il lago Smeraldo, meta storica di Fondo;  il parco avventura, in cui anche gli insegnanti danno il meglio di loro, calandosi dagli alberi e regalando scatti e clip che serviranno per far precipitare del tutto la loro autorità durante l’anno; campi da calcio, campi da basket e pallavolo, i Laghetti dei Masi di Ruffrè, grande novità di quest’anno insieme alla piscina di Ronzone

Li vediamo giocare, divertirsi, riposarsi, girare storie per i loro social, li vediamo fare amicizia, instaurare tra loro un rapporto profondo, che ricorderanno per sempre.

Hanno quattordici, quindici, sedici anni. Stanno veramente conoscendo il mondo, e lo fanno tra un tuffo ed un riff di chitarra. I più piccoli sono sempre insieme ai nostri tutor, che li sorvegliano come falchi. Gli allievi con qualche anno in più li vediamo godersi una meritata settimana di relax dopo un’anno di impegni, dedicandosi con passione al loro percorso di studi musicali in attesa dell’esibizione al concerto finale.

Il concerto finale: quello è l’unico momento in cui, stranamente, sono tutti un po’ più mansueti, per non dire terrorizzati. 

Anche per noi è estremamente emozionante: durante tutta la settimana lavoriamo agli arrangiamenti, guidati da Lorenzo Nanni, alle scelte migliori che incontrino il loro gusto, le loro possibilità e per dare loro la più efficace formazione possibile. 

Passa. Tutto passa al termine dell’esibizione. Il pubblico, sempre attento disciplinato e caloroso, con quegli applausi lascia il posto alla consapevolezza che la settimana è terminata. 

Quest’anno ci sentiamo di dire che è stata più dura degli anni passati. 

Forse per il lungo periodo di buio sociale che abbiamo vissuto o forse perché abbiamo sentito di più il desiderio di superare le aspettative, perché ogni anno cerchiamo di perfezionarci, di migliorarci, potenziare il percorso, dare di più, forse per tutte queste cose insieme, in queste due prime settimane sono scese più lacrime del previsto. 

Alcuni non ce l’hanno fatta ad andare via: sono rimasti ancora, hanno deciso di prolungare il loro campus. E’ questa la conferma che cerchiamo. Sta andando bene.

Oggi il sole splende e abbiamo già superato la metà di questo bellissimo viaggio insieme.

videomaker Antonio Ignoto

Antonio Ignoto
Insegnante di Videomaking, Videomaker e Social Media Manager MC

Anni di conservatorio in pianoforte, al conservatorio di Catania. Anni di Teatro al Sistina, a Roma. Si appassiona alla cinematografia, senza mai abbandonare la Musica e il Teatro, approfondendola al Centro Sperimentale di Cinematografia e contestualmente viene coinvolto su diversi set. Grazie al corto da lui diretto “Il buio dai mille colori” vince dieci premi nazionali. Ad oggi Collabora con le più disparate case di produzione cinematografiche e televisive come regista, aiuto regia e direttore di produzione (per citarne alcune: Publispei, Taodue, Enkant). Arriva alla Scuola di Musica MC nel 2019 assumendo il ruolo di Videomaker ufficiale (oltre che docente di videomaking, marketing discografico e storia della musica).

videomaker Antonio Ignoto

Antonio Ignoto
Insegnante di Videomaking, Videomaker e Social Media Manager MC

Anni di conservatorio in pianoforte, al conservatorio di Catania. Anni di Teatro al Sistina, a Roma. Si appassiona alla cinematografia, senza mai abbandonare la Musica e il Teatro, approfondendola al Centro Sperimentale di Cinematografia e contestualmente viene coinvolto su diversi set. Grazie al corto da lui diretto “Il buio dai mille colori” vince dieci premi nazionali. Ad oggi Collabora con le più disparate case di produzione cinematografiche e televisive come regista, aiuto regia e direttore di produzione (per citarne alcune: Publispei, Taodue, Enkant). Arriva alla Scuola di Musica MC nel 2019 assumendo il ruolo di Videomaker ufficiale (oltre che docente di videomaking, marketing discografico e storia della musica).